venerdì 12 febbraio 2016

La febbre dell'oro nero colpisce il Montenegro

Comunicato Stampa congiunto di Coodinamento NoTriv Terra di Bari, Comitato Bonifica Molfetta, Coordinamento No Triv Basilicata e Movimento Mediterraneo No Triv in merito all'invio delle Osservazioni riguardanti le Consultazioni Transfrontaliere per il “Programma di Ricerca e Produzione idrocarburi off-shore del Montenegro”.



Il 9 febbraio scorso, il Coordinamento NoTriv Terra di Bari, il Comitato Bonifica Molfetta, il Coordinamento No Triv Basilicata e il Movimento Mediterraneo No Triv hanno inviato al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Italiano, al Ministro dell’Economia del Montenegro e alla Regione Puglia le Osservazioni riguardanti le Consultazioni Transfrontaliere per il “Programma di Ricerca e Produzione idrocarburi off-shore del Montenegro”.

Le Consultazioni Transfrontaliere, annunciate sul sito del Minambiente in data 4 febbraio 2016, riguardano 13 blocchi in Mare Adriatico, messi a bando dal governo montenegrino nel 2013.

Le Osservazioni sono state presentate per chiedere a entrambi i ministeri - italiano e montenegrino - di bloccare l’iter amministrativo, e mettono in evidenza la concreta pericolosità delle prospezioni geosismiche e delle successive trivellazioni, condotte nelle stesse aree, con la tecnica dell’Air gun.

Le onde sonore impiegate dall’Air gun, come dimostrato ormai da molti studi scientifici, sono altamente dannose per la fauna - danneggiano gli organi interni, interferiscono con il senso di orientamento e con la vita sociale degli animali - e hanno impatti negativi anche sulla flora marina.

Alcune delle zone concesse coincidono però con depositi sottomarini di ordigni inesplosi, anche a caricamento chimico, risalenti alla seconda guerra mondiale e al recente conflitto nella ex – Jugoslavia, così come dimostrato dalla “Map of unexploded ordnance dumping sites in the southern adriatic sea” - progetto R.E.D.C.O.D. cofinanziato dalla Commissione Europea - e dalla Carta Nautica n. 136 dell’Ufficio Idrografico del Regno Unito.

Tale sovrapposizione preoccupa i comitati, poiché nello Studio di Impatto Ambientale e nella Sintesi Non Tecnica (SNT) riportati sul sito del Ministero montenegrino, gli strumenti utilizzati per la fase d’indagine e la realizzazione di pozzi esplorativi non sono stati messi in correlazione con la presenza degli ordigni bellici; tra gli eventi accidentali non è stata considerata la possibilità di intercettarne uno, non ne vengono valutati i rischi, quali potrebbero esserne le conseguenze e le azioni da intraprendere immediatamente e a lungo termine per la bonifica e la messa in pristino dell’area, nonché gli impatti che deriverebbero sull’intero ecosistema del Mare Adriatico.

La SNT cita l’art. 1 della Costituzione montenegrina del 1994 dichiarando che «Il Montenegro è uno Stato democratico, sociale ed ecologico», e viene evocato il modello norvegese che reinveste le royalties provenienti dall’estrazione di petrolio nel proprio welfare.

Sembra però paradossale che le scelte di sviluppo del Montenegro non tengano conto del proprio sistema economico basato fondamentalmente su pesca e turismo e degli influssi negativi che subirebbero se si proseguisse nella ricerca di idrocarburi lungo le proprie coste.

Così come ribadito nelle Osservazioni inviate nell’aprile del 2015 per le Consultazioni Transfrontaliere con la Croazia, la questione dello sviluppo e della strategia energetica attualmente basata sulle fonti fossili non può limitarsi ad una visione local, ma è necessario aprire un dibattito glocal ai Paesi confinanti e a tutti quelli del Bacino del Mediterraneo, partendo anche dalla recente crisi del mercato petrolifero.

La proposta inclusiva dei Comitati No Triv che ha portato al percorso referendario permette di affrontare la questione energetica sul piano ambientale e politico. Un ruolo determinante devono avere le realtà territoriali capaci di opporsi alla strategia di sviluppo imposta, perché possano farsi portatrici sane della transizione verso le energie rinnovabili e fuori dai canoni sviluppisti della green economy


Coordinamento NoTriv Terra di Bari

Comitato Bonifica Molfetta

Coordinamento No Triv Basilicata

Movimento Mediterraneo No Triv




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A questo link è possibile consultare le Osservazioni presentate: 
https://www.dropbox.com/s/4ix2uu26egysmin/Osservazioni%20Montenegro_CBM_CoordNoTriv_TdB_Bas_Med_ita.pdf?dl=0

Ricordiamo che è possibile inviare le proprie osservazioni entro il 25 febbraio 2016: http://www.va.minambiente.it/it-IT/Comunicazione/DettaglioNotizia/664







Invito a partecipare all’assemblea referendaria No Triv

Domenica prossima, 14 Febbraio, si terrà a Roma, presso la sala del Parco delle Energie, v. Prenestina 175 (ingresso attiguo al Csoa Ex Snia), la seconda assemblea a carattere nazionale, organizzata dai comitati aderenti al Coordinamento nazionale No Triv e da rappresentanze di 200 associazioni, per affrontare in modo quanto più sinergico ed efficace possibile l’imminente campagna referendaria.

Il percorso inedito, che per la prima volta ha portato la Corte Costituzionale a consentire che il popolo italiano possa esprimersi sulla materia strategica delle estrazioni di idrocarburi liquidi e gassosi, è stato di certo molto travagliato. La compagine del governo Renzi, in continuità coi precedenti esecutivi dei “non eletti”, ha fatto carte false pur di evitare la celebrazione di un referendum fondato su ben 6 quesiti pienamente ammessi dalla Corte di Cassazione a fine Novembre scorso, imponendo stralci, assorbimenti, stravolgimenti, ratificati nella legge di Stabilità.

È a tutti evidente che rinunziare alla “strategicità, indifferibilità ed urgenza” - asse inderogabile per il governo delle lobbies che dall’autunno 2014 imponeva lo Sblocca Italia -  lasciando la sola “pubblica utilità”, la dice lunga sul rapporto tra lotte territoriali, acutizzazione degli effetti dell’attuale crisi finanziaria, abbassamento vertiginoso del costo del barile.

Gli scenari di guerra che abbracciano in modo estensivo e pervasivo i vasti territori del vicino e medio Oriente, i paesi del Nord Africa, le ondate di violenza suicida/omicida che attraversano le stesse metropoli europee, chiamano i movimenti e le forze politiche e sindacali sinceramente democratiche a misurarsi con i rapidi e radicali cambiamenti geopolitici, in un momento di grave crisi di civiltà, dove paradigmi e tentazioni autoritarie e razziste si affacciano con prepotenza e si fronteggiano con chi lotta per difendere diritto al reddito, al lavoro, alla casa, all’istruzione, chiedendo più welfare e partecipazione diretta.

Chiediamo agli organi di informazione espressione delle lotte condotte dal basso , alle associazioni sindacali di base, ai collettivi, ai centri sociali, di fare propria la battaglia per portare al voto il 50% più uno degli elettori italiani su una materia che incide sulla possibilità di ridefinire  una Strategia Energetica Nazionale all’altezza dei bisogni effettivi, fondata su forme applicative delle rinnovabili pulite decentrate, diffuse, compartecipate.

Per affermare la logica e la pratica del valore d’uso; per consentire ed incrementare l’irruzione dei saperi e delle masse nel salotto buono dei petrolieri e dei loro tanti lacchè; per contribuire a fermare la distruzione del Welfare e la tendenza alla guerra; per attrezzarci a battere le “riforme” costituzionali imposte da Boschi/Renzi/Verdini in occasione del referendum istituzionale confermativo del prossimo Ottobre, rafforziamo i legami tra le lotte, organizziamo la strada per le nostre conquiste!

A Roma affronteremo con la giusta ambizione il confronto tra lo stato delle lotte e le prospettive concrete di costruzione di una piattaforma condivisa verso la transizione oltre l’era fossile. Al confronto prenderanno parte non solo comitati No Triv ed associazioni ambientaliste, ma anche esponenti della Fiom e della lotta No Tav.




CONSULTAZIONI TRANSFRONTALIERE MONTENEGRO: NUOVA SCADENZA 25/02/2016

Ieri, la Repubblica del Montenegro, in aggiunta alla documentazione in lingua inglese già trasmessa il 18/01/2016, ha provveduto ad inviare la sintesi non tecnica in lingua italiana per lo svolgimento delle consultazioni transfrontaliere sul “Programma di Ricerca e Produzione idrocarburi off-shore del Montenegro”.  
Sulla base della ulteriore documentazione trasmessa dalla Repubblica del Montenegro i termini per l’invio delle osservazioni sono stati prorogati al 25 febbraio 2016.
Auspichiamo che tutti coloro che hanno a cuore il futuro dei nostri mari, inviino al Ministero dell'Ambiente le proprie osservazioni in forma elettronica, utilizzando la casella di posta elettronica certificata (PEC) DGSalvaguardia.Ambientale@PEC.minambiente.it o la casella di posta elettronica ordinaria dva@minambiente.it.
Considerati i tempi ristretti, per una migliore considerazione dei contributi inviati, Minambiente raccomanda di trasmetterli preferibilmente anche in formato word e redatti in lingua inglese.
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>>Gli amici di NAŠ Jadran hanno predisposto un breve testo, e Clean Adriatic Sea Alliance lo ha tradotto in inglese, in modo da poterlo inviare, anche personalizzandolo, per fare pressione sul Governo Montenegrino affinché abbandoni il progetto:
I strongly urge the Government of Montenegro to end the hazardous offshore drilling project in the Adriatic Sea. Not only would one oil incident similar to the one in the Gulf of Mexico, permanently destroy the entire ecosystem of the half-enclosed Adriatic, but the cumulative effect of the expected expansion of multiple wells creates a permanent pollution situation for the region and the health of its citizens effectively for 30 years! The negative effects down-current on fishing, tourism, and real estate are amplified due to the direction of major ocean currents that circulate toward Croatia, Slovenia and Italy. This project must be stopped and renewable energy alternatives should be pursued for our future.
Cogliamo questa opportunità anche come singoli e tempestiamo di osservazioni l'indirizzo del Ministero dell'Economia del Montenegro info@mek.gov.me! 
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>>Nei prossimi giorni, invece, pubblicheremo le nostre Osservazioni inviate congiuntamente al Comitato Bonifica Molfetta e al Coordinamento No Triv Basilicata, sia al Ministero dell'Ambiente Italiano, che al Ministero dell'Economia Montenegrino, che alla Regione Puglia.

mercoledì 10 febbraio 2016

Petroceltic rinuncia alle istanze di ricerca al largo delle Tremiti

È notizia di qualche ora fa la rinuncia da parte di Petroceltic alle istanze di ricerca al largo delle Isole Tremiti.
Per quanto ovviamente sollevati, dobbiamo ammettere che un epilogo del genere era nell'aria.

Le concessioni rilasciate, nonostante gli emendamenti alla legge di Stabilità del 2016 che riprendevano il quesito referendario che vieta tali concessioni entro le 12 miglia, e il fatto che Petroceltic risultasse, come emerso da diverse interrogazioni parlamentari, una scatola vuota, senza nemmeno i fondi necessari a garantire le minime misure di sicurezza in eventuali operazioni di trivellazione puzzavano non poco.

Non vorremmo che l'affair "Petroceltic" fosse invece un diversivo: da un lato atto a indebolire la propulsione dell'ormai prossimo referendum; dall'altro ad aprire ad una trattativa al ribasso su Tempa Rossa, su cui il presidente Emiliano, rispetto alle pesanti ricadute che il progetto di Total, Shell, Eni e Mitsui avrebbe su Taranto, tace gravemente.

Ad ogni modo, continueremo a costruire percorsi di partecipazione verso la vittoria del referendum, costruiremo reti con tutti i movimenti ambientalisti e notriv lucani e pugliesi per chiudere definitivamente Tempa Rossa.

Coordinamento NoTriv-Terra di Bari
Movimento Stop Tempa Rossa




La concessione della Petroceltic al largo delle Tremiti sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico, ad oggi, risulta ancora vigente. Auspichiamo che scompaia nelle prossime ore.



mercoledì 20 gennaio 2016

IL REFERENDUM NO TRIV SI FARA’!!!

Dopo la sentenza della Corte costituzionale, che ha ammesso il quesito referendario in difesa dei mari italiani, promosso dalla rete dei movimenti italiani No Triv e dagli attuali 9 Consigli regionali facenti parte del comitato referendario, Rosanna Rizzi – del Coordinamento nazionale No Triv (NoTriv Terra di Bari) – è intervenuta stamattina in diretta radiofonica a Radio Città del Capo, durante la trasmissione “Sulla bocca di tutti”.
Nel file Audio, l’intervista rilasciata all'emittente radiofonica emiliana.

venerdì 15 gennaio 2016

GOVERNATORE EMILIANO, NON PERMETTERE IN PUGLIA "FIGLI E FIGLIASTRI".


Essere fermamente contrari alle trivellazioni vuol dire anche opporsi ad un piano di devastazione di un ambiente già ampiamente sfruttato e oramai al collasso. Non servono dichiarazioni sensazionalistiche, come «scateneremo l'inferno», ma posizioni nette, coerenti e concrete.
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Comunicato Stampa congiunto del 14.01.2016 rivolto al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano in merito al progetto Tempa Rossa. 





«Trivellare il nostro mare è una vergogna e una follia», ha dichiarato il Presidente Michele Emiliano riferendosi ai permessi di ricerca rilasciati dal Governo Renzi nell'Adriatico di fronte alle Tremiti.

È altrettanto vergognoso e folle lasciare che la popolazione lucana subisca ulteriori trivellazioni, con le relative gravissime conseguenze, e che tali attività petrolifere ricadano anche sulla salute dei cittadini di Taranto, dove il greggio estratto dalla Val d’Agri viene raffinato.

È vergognoso permettere al Ministero dello Sviluppo Economico di realizzare il progetto ‘Tempa Rossa’ che prevede la movimentazione di 2,7 milioni di tonnellate annue di petrolio dalla Valle del Sauro, in Basilicata, fino a Taranto. E che comporterà per la città di Taranto un aumento di emissioni diffuse e fuggitive in atmosfera e di idrocarburi pericolosi per la salute, come confermato dalla stessa Arpa Puglia.

Il progetto prevede inoltre un consistente traffico di petroliere nel Mar Grande, nel golfo di Taranto, mettendo a rischio l’ecosistema marino. Il rapporto Ispra del 2011 sugli sversamenti di prodotti petroliferi stabilisce infatti che i porti più inquinati sono quelli con il maggior traffico di petroliere.

Per tali ragioni, chiediamo al presidente Emiliano di esprimersi in maniera chiara e inequivocabile in merito a tale autorizzazione, facendosi portavoce delle istanze del territorio tarantino e pugliese. 




Movimento Stop Tempa Rossa 
Legamjonici Coordinameno 
No Triv –Terra di Bari 
Comitato No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili 
Cobas scuola Potenza
Il Forum per la tutela della legalità e del territorio - Comitato No centrale Mercure
Laboratorio per Viggiano
No Triv Grassano
Comitato per la Tutela del Mare del Gargano 
Comitato No Trivelle Capo di Leuca 
Rete No Triv Gargano 
A.B.A.P. Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi 
Comitato Tutela Porto Miggiano 
Movimento ambientalista di tutela del Gargano Gargano libero 
Capitanata in rete
Gruppo Archeologico Garganico Silvio Ferri
No Triv Taranto 
No Triv Trani



lunedì 11 gennaio 2016

Il grande inganno del governo

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO dell'11.01.2016
Sulle trivellazioni petrolifere la Regione Puglia difenda la propria dignità e il proprio ruolo



Il nuovo anno ha portato in dono ai pugliesi un nuovo permesso di ricerca petrolifera: quello noto convenzionalmente come B.R274.ELrilasciato alla Petroceltic Italia srl al largo delle coste del Gargano, per la durata di sei anni, che si aggiunge agli altri undici già rilasciati a partire da giugno scorso, ma non ancora attivati dal MISE. Altro che smobilitazione petrolifera.
Il permesso, che ha il grande sapore della beffa, è stato rilasciato dal MISE e pubblicato sul BUIG del 31 dicembre 2015, il giorno prima dell’entrata in vigore della Legge di Stabilità che, di fatto, ne avrebbe determinato il preavviso di rigetto e la successiva riperimetrazione (in quanto, pur di poco, parzialmente interferente con la linea delle 12 miglia marine dalla costa).
È questo uno degli atti che dimostra come il restyling normativo sul tema degli idrocarburi, previsto dal Governo nella Legge di Stabilità sia l’ennesima presa in giro a danno dei territori, questa volta con l’intenzione di eludere i referendum.
A questa conclusione è giunta anche la Corte di Cassazione che, con un’ordinanza emessa l’8 gennaioha riammesso il referendum sul mare (quello sulle dodici miglia marine) chiarendo che l’emendamento introdotto dal Governo non soddisfa la proposta referendaria ma, anzi, tende a raggirarla. Alcuni permessi di ricerca, infatti, verrebbero “congelati” nelle stanze del Ministero, in attesa di tempi migliori e di una nuova svolta normativa (che il Governo spera possa esservi in autunno prossimo, con il referendum costituzionale che dovrebbe riconsegnare la potestà energetica nelle mani del Governo).
Per altri due quesiti (durata dei permessi e Piano delle Aree) le Regioni promotrici del referendum stanno sollevando il conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale nei confronti del Parlamento. Nel caso in cui la Corte Costituzionale riconoscesse il tentativo di elusione, verrebbero annullate le modifiche parlamentari su quei due argomenti e si potrebbe celebrare il referendum su tre quesiti.
Tutti elementi a conferma di una trappola ben studiata da parte del Governo, ordita alle spalle dei territori e finanche dei Consigli Regionali che, su pressione dei movimenti notriv e di duecento associazioni ambientaliste e non, avevano promosso il referendum, il cui spirito viene completamente tradito.
La Puglia, attraversata da una serie di scempi ambientali, ha visto i suoi cittadini diventare in questi anni protagonisti della richiesta di cambiamento che, sul tema delle trivellazioni petrolifere, ha portato a grandi manifestazioni di piazza, assemblee permanenti e a una deliberazione del consiglio regionale all’unanimità a pieno sostegno dei quesiti referendari.
Ecco perché, mai come in questo momento in cui le avances del Governo si fanno sottili e ambigue, è quanto mai necessario un cambio di passo sostanziale, che restituisca dignità all’ente regionale e dimostri ai pugliesi la volontà di essere protagonisti di un percorso reale di ridiscussione delle politiche energetiche, fatto senza pregiudizi ma anche senza costrizioni.
La Regione Puglia ha dato procura per promuovere il conflitto di attribuzione. Un atto importante, cui devono seguirne altri, tesi a rafforzare il peso reale dei territori e a prendere adeguate precauzioni contro gli attacchi perpetrati a due passi da casa nostra.
Chiediamo al Presidente Emiliano e al Consiglio Regionale una serie di atti urgenti e indifferibili:
  • di diffidare formalmente il Ministero dello Sviluppo Economico a provvedere all’immediata emanazione e alla conseguente pubblicazione sul BUIG dei decreti di rigetto per i procedimenti tuttora in corso entro le dodici miglia e a dare preavviso di rigetto per quelli parzialmente interferenti (tra questi ricadono diversi permessi che riguardano la Puglia)
  • di chiedere formalmente al Ministero dello Sviluppo Economico, con riguardo al progetto “Tempa Rossa”, che le autorizzazioni rilasciate per l’ampliamento delle infrastrutture, siano riviste sulla base di una reale intesa con la Regione e non secondo procedura semplificata, così come ripristinato secondo le nuove norme della Legge di Stabilità. La regione si faccia, dunque, portavoce delle istanze del territorio in maniera forte e chiara.
  • di ricorrere al TAR contro il permesso di ricerca B.R274.EL, rilasciato alla Petroceltic Italia srl, al largo delle coste del Gargano
Se fosse rimasto qualche dubbio sulle reali intenzioni del Governo, ci poniamo questa domanda finale: cosa se ne fa Petroceltic di un permesso di ricerca se, per quelle stesse aree, secondo le nuove norme, non potrà mai avere un permesso per trivellare?

Comitato No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili
Comitato per la Tutela del Mare del Gargano
Comitato No Trivelle Capo di Leuca
Rete No Triv Gargano
A.B.A.P. Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi
Comitato Tutela Porto Miggiano
Movimento Stop Tempa Rossa
Legamjonici
Movimento ambientalista di tutela del Gargano
Gargano libero
Capitanata in rete
Gruppo Archeologico Garganico Silvio Ferri
No Triv Taranto
No Triv Trani
Garganistan
Coordinameno NoTriv –Terra di Bari