domenica 23 novembre 2014

"Gli ordigni inesplosi nel Basso Adriatico fermeranno le trivellazioni?"

In una giornata di mobilitazione come questa, tra la manifestazione GIU' LE MANI DALLA NOSTRA TERRA svoltasi a Matera e la Ciclopasseggiata NoTriv organizzata dalla rete appulo-lucana SALVA L'ACQUA, condividiamo con piacere il Comunicato Stampa del Comitato Bonifica Molfetta:


Comunicato Stampa del “Comitato Bonifica Molfetta”- 23.11.2014
Apprendiamo con grande soddisfazione dal sito del “Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare” che sono state accolte le nostre osservazioni in opposizione alle istanze di permesso della Società Global Petroleum Limited, per l’avvio della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale dei progetti di: “Prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi a mare” al largo delle coste pugliesi.
Nel corpo delle osservazioni, tra le altre cose, avevamo dichiarato che in tutti i progetti per le quattro zone d’indagine si parla delle possibili opere di mitigazione delle Aree   Marine   Protette,   delle   Zone   di   Ripopolamento   e   le   Zone   Marine   di   Tutela   Biologica, dei siti sensibili di Rete Natura 2000, dei SIC, delle zone marine e costiere interessate da “Important Bird Areas”, ma non è stata scritta una sola parola sulla vasta aerea che spesso è sovrapposta, o confinante, alle quattro zone d80 F.R-.GP, d81 F.R-.GP, d82 F.R-.GP, d83 F.R-.GP, rappresentata dalle zone di affondamento di ordigni bellici indicata nelle mappe militari, nautiche e le stesse fornite dalla Società Global Petroleum Limited e indicate chiaramente con la dicitura “ORDIGNI INESPLOSI”; anzi diremo che la società ha ignorato il problema più grave, e significativo, che potrebbe interferire con le indagini geofisiche e perforazioni nel basso adriatico con possibili disastri ambientali e pericolosi per la salvaguardia dell’ecosistema e della salute pubblica .
Il C.B.M. di Molfetta fondava la richiesta di rigetto delle istanze della Società Global Petroleum Limited sulla mancanza di una qualsiasi proposta di mappatura, prospezione e georeferenziazione degli ordigni inesplosi presenti in una vastissima area sovrapposta o confinante, non solo con le zone d’indagine interessate alle odierne richieste, ma anche di altre sotto costa.
Ricordando le parole del Ministro della DifesaGiampaolo Di Paola: ” i residuati bellici a caricamento chimico si trovano in uno stato di conservazione pessimo, a seguito della prolungata azione della corrosione marina; ciò determina ulteriori difficoltà di rimozione ed elevati rischi per gli operatori, oltre a richiedere l’impiego di mezzi tecnologicamente avanzati, con conseguente aumento dei costi”; lasciamo immaginare cosa accadrebbe se pur una sola bomba caricata ad iprite, o altra sostanza chimica, fosse casualmente incrociata da una trivella o dall’azione di un potente air-gun. Purtroppo non parliamo di una sola bomba ma di migliaia di bombe sparse a macchia di leopardo, dalla costa fino a 40 miglia al largo, e dal faro di Vieste ad Otranto.
Ebbene, con la nota n.0003772 del 3.11.2014, la Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale del Ministero, ha richiesto alla Società Global Petroleum varie integrazioni documentali tra cui gli “approfondimenti normativi, scientifici e presso le Istituzioni competenti, della compatibilità dell’esecuzione delle indagini sismiche previste con le aree di deposito di ordigni inesplosi in mare “. Pertanto, tra 60 giorni conosceremo i contenuti dei documenti integrativi che la Società Global Petroleum presenterà, nel frattempo non faremo mancare il nostro contributo specifico al Coordinamento No Triv della provincia di Bari e a tutti i comitati No Triv regionali e nazionali.
per il Consiglio di gestione CBM – Matteo d’Ingeo
Fonte: http://liberatorio.altervista.org/gli-ordigni-inesplosi-nel-basso-adriatico-fermeranno-trivellazioni-global-petroleum/

Elaborazione cartografica ottenuta sovrapponendo i poligoni delle istanze dei permessi di ricerca in mare d80 F.R-.GM, d81 F.R-.GM, d82 F.R-.GM, d83 F.R-.GM della Global Petroleum Limited nel Mare Adriatico, quelli delle istanze d 85 F.R-.GM, d 86 F.R-.GM, d 87 F.R-.GM, d 89 F.R-.GM e d 90 F.R-.GM da parte della Global MED LLC nel Mar Jonio (fonte: http://cart.ancitel.it/index.html?context=WMC%2FVIA.wmc&v=full) e la Mappa degli Ordigni inesplosi presenti nell'Adriatico Meridionale (fonte: MAP OF UNEXPLODED ORDNANCE DUMPING SITES IN THE SOUTHERN ADRIATIC SEA - R.E.D.C.O.D. project (Research on Environmental Damage causade by Chemical Ordnance Dumped at sea) co-finanziato dalla Commissione Europea (azione B4-3070/2003/368585/SUB/D.3)).
E' evidente come almeno tre poligoni relativi alle istanze d80 F.R-.GM, d81 F.R-.GM, d82 F.R-.GM della Global Petroleum si sovrappongono alle aree indicate nella mappa degli ordigni inesplosi.
Si riportano qui anche le nuove istanze di ricerca che interessano il Mar Jonio e in particolare le coste dei comuni di Alessano, Alliste, Andrano, Castrignano del Capo, Corsano, Diso, Gagliano del Capo, Gallipoli, Morciano di Leuca, Otranto, Patù, Racale, Salve, Santa Cesarea Terme, Taviano, Tiggiano, Tricase, Ugento e Castro.

Nessun commento:

Posta un commento