Come primo passo abbiamo
inviato a tutti i comuni pugliesi una bozza di delibera di consiglio comunale,
all’interno della quale, spieghiamo sinteticamente come lo Sblocca Italia sia
lo strumento governativo che, di fatto, riduce drasticamente l’autonomia delle
comunità nelle scelte energetiche.
Al suo interno chiediamo una
forte azione politica ed amministrativa che tuteli i beni comuni e si apra alla
consultazione transfrontaliera, tenendo conto che le stesse scelte vengono
portate avanti anche dai paesi che si affacciano sull’Adriatico (Croazia,
Montenegro, Albania e Grecia).
Auspichiamo che tutti i
referenti politici ed amministrativi si attivino in sede nazionale per
modificare lo Sblocca Italia, eliminando tutti quegli articoli che incentivano
lo sviluppo basato sul petrolio e promuovono la politica delle trivellazioni,
piuttosto che modelli e fonti energetici sostenibili.
Ribadiamo la necessità di una
riappropriazione della sovranità popolare nelle scelte energetiche, attraverso
l’indizione di una consultazione referendaria che coinvolga le regioni
interessate dal fenomeno e non solo, per l’abrogazione dell’art. 35 del Decreto
sviluppo del 2015.
La recente accelerazione dei
procedimenti di prospezione e ricerca degli idrocarburi liquidi e gassosi sulle
coste pugliesi e di altre regioni, necessita di una risposta immediata da parte
degli amministratori locali.
I consigli comunali che non
faranno propria la bozza di delibera inviata, si assumeranno la responsabilità
politica di questa scelta, non solo di fronte alla loro comunità, ma anche
verso gli altri territori confinanti.
Noi vigileremo affinché tutti
si adoperino verso l’adozione della stessa e denunceremo coloro che,
coscientemente, scelgono una via verso lo sviluppo arretrata e dannosa che
mette in discussione la salute, per un rapido e scarso profitto, dimostrando
scarsa lungimiranza e visione.
>>> retenopetroliopuglia@gmail.com
______
>>> retenopetroliopuglia@gmail.com
______
Oggetto: PROPOSTA DI
DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE.
-
Considerato
che con l’approvazione del D.L. n.
133 del 12 settembre 2014 recante “Misure urgenti per l’apertura dei cantieri,
la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del paese, la
semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la
ripresa delle attività produttive” (c.d. decreto “Sblocca-Italia”), vengono stabilite una serie di misure che
influenzano sensibilmente il territorio della nostra Regione, con particolare
riferimento agli articoli 37 e 38;
-
Considerato
che il decreto “Sblocca Italia”
è stato convertito con L. 11 novembre
2014, n.164;
-
Considerato che il decreto “Sblocca Italia”, con particolare
riferimento all’art.37, qualifica le attività di ricerca ed estrazione
degli idrocarburi e la realizzazione degli oleodotti e dei gasdotti come di “interesse strategico”, di “pubblica utilità” e “indifferibili”, limitando, con ciò, le
prerogative riconosciute dalla Costituzione agli Enti territoriali circa l’esercizio
delle funzioni amministrative, come ad es. in relazione ai piani di gestione e tutela del territorio, ai piani urbanistici ed edilizi e ai piani paesaggistici;
-
Atteso che non viene fornita la “prova”
della effettiva strategicità di tali attività che giustificherebbe l’attrazione
allo Stato della competenza legislativa e amministrativa degli Enti
territoriali; atteso comunque che l’esercizio della competenza legislativa e
amministrativa da parte dello Stato deve darsi sempre nel rispetto del principio
di leale collaborazione, ossia garantendo agli Enti territoriali l'effettiva
partecipazione ai procedimenti che mettono capo alle decisioni in tale materia;
-
Considerato
che l’art. 38, stabilendo che la
rete di stoccaggio di gas naturale e le attività di prospezione, ricerca e
coltivazione degli idrocarburi sono di interesse strategico, di
pubblica utilità, indifferibili ed urgenti, prevede:
· che il titolo concessorio unico contenga il "vincolo preordinato all’esproprio dei
beni" già a partire dalla fase della ricerca, con ciò
determinando un inammissibile svuotamento del diritto di proprietà del
privato;
· che “qualora le opere comportino una
variazione del piano urbanistico, la relativa autorizzazione ha effetto di
variante urbanistica” con ciò determinando uno svuotamento del diritto delle
comunità a scegliere il proprio modello di sviluppo;
-
Considerato
che l'art. 38 dava tempo, agli uffici regionali, fino al 31/03/2015 di portare a termine tutte le autorizzazioni
di merito surrogando, in caso contrario, al Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare la chiusura delle autorizzazioni tramite
apposita conferenza di servizio, dandone comunicazione al Ministero dello
Sviluppo Economico, e pertanto recando dunque una nuova disciplina dell’efficacia
degli atti di assenso, che devono trovare espressione in seno alla Conferenza.
Questa previsione tende a considerare la partecipazione della Regione al
procedimento alla stregua di qualsiasi amministrazione pubblica, chiamata a
rilasciare un semplice nulla osta o una mera autorizzazione, come atto
“amministrativo” e non “politico” come devono essere gli atti regionali.
-
Atteso
che il comma 5, precisa che sarà autorizzato un “titolo concessorio unico” per tutto il progetto, andando a superare
le eventuali richieste ed approfondimenti delle amministrazioni locali,
superando le precedenti distinzioni tra procedura per l’autorizzazione delle
attività di prospezione e procedura per l’autorizzazione per l’attività di
trivellazione;
-
Atteso
che con Decreto del MISE del 25 marzo 2015, si da attuazione all’art.38
dello “Sblocca Italia” attraverso la predisposizione del nuovo “Disciplinare –
tipo”, che prevede un successivo permesso di 30 anni per le attività di
trivellazione, prorogabile una o più volte per un periodo non superiore a 10
anni;
-
Atteso che l’aggiunta del comma 11
dell’art. 38, modifica pesantemente il comma 82-sexies dell’art. 1 della legge
n. 239 del 23/08/2004, con la sola aggiunta della seguente frase: “e la
reiniezione delle acque di strato o della frazione gassosa estratta in
giacimento” che comporterebbe la stimolazione delle attività di faglia
sismica, soprattutto nelle aree classificate ad “elevato rischio sismico” (come dimostrato da numerosi studi del prof. Valoroso et al.)
-
Confermato che tale decreto legge va a
modificare la legge n. 9 del 09/01/1991, il D.L. n. 625 del 25/11/1996, il DPR
n. 327 del 08/06/2001, il D.L. n. 164 del 23/05/2000, la legge n. 239 del
23/08/2004, il D.L. n. 152 del 03/04/2006,
il D.L. n. 112 del 25/06/2008, la legge n. 133 del 06/08/2008, la legge
n.183 del 12/11/2011; tutte normative che conferivano legittimità e poteri alle
istituzioni locali;
-
Tenuto conto che la legge n. 99 del 2009
ha limitato il diritto riconosciuto dalla legge n. 239 del 2004 di partecipazione
ai processi amministrativi, al procedimento finalizzato al rilascio
dell’autorizzazione al pozzo esplorativo, alla costruzione degli impianti e
delle infrastrutture connesse alle attività di perforazione; ora lo “Sblocca
Italia” sembra estromettere completamente gli Enti locali dalla partecipazione
ad ogni procedimento; ciò si porrebbe in contrasto con l’art. 118 della
Costituzione, che disciplina l’esercizio delle funzioni amministrative,
in quanto, alla luce dell’orientamento del giudice costituzionale, l’esercizio
di tali funzioni da parte dello Stato può ritenersi legittimo solo in quanto si
assicuri “la partecipazione dei livelli
di governo coinvolti attraverso strumenti di leale collaborazione o, comunque,
(attraverso) adeguati meccanismi di cooperazione per l’esercizio concreto delle
funzioni amministrative allocate agli organi centrali” (Corte Cost., sent.
n. 6 del 2004; v. anche sent. n. 303 del 2003 e sent. n. 383 del 2005).
-
Considerato che in particolare l’art. 38
del decreto-legge n. 133 del 2014 solleva dubbi di legittimità in relazione
alle garanzie sancite dalla Costituzione in favore degli Enti locali e delle
Regioni;
-
Considerato che la Regione Puglia, nel corso degli ultimi mesi, ha impugnato la
legittimità degli artt. 37 e 38 del decreto-legge n.113 del 2014 e il
conseguente decreto del MISE del 25 marzo 2015 (di attuazione dell’art. 38
dello “Sblocca Italia”) davanti alla Corte Costituzionale;
-
Considerato che gli artt. 37 e 38 del decreto legge n.113 del 2014 sono stati impugnati,
davanti alla Corte Costituzionale, anche dalle Regioni Abruzzo, Lombardia,
Veneto, Marche e Camapnia;
-
Considerato che, i cittadini pugliesi nel
passato, in numerose e partecipate manifestazioni pubbliche (Monopoli, Manfredonia, Lesina, Ostuni,
Fasano, Santa Maria di Leuca, Polignano a Mare) hanno espresso la propria
contrarietà allo sfruttamento petrolifero dei propri territori, ed oggi, alla
luce di quanto sopra, rinnovano la propria preoccupazione, pronti a contrastare
tali iniziative indesiderate;
-
Considerato che già in passato diverse
Regioni che si affacciano sul Mare Adriatico (Puglia, Abruzzo, Marche, Veneto, Molise) hanno manifestato, anche
con le proprie istituzioni attraverso una proposta di legge nazionale, la
propria contrarietà allo sfruttamento petrolifero dei propri territori;
-
Considerato
che il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha
espresso, nel solo mese di giugno 2015,
la compatibilità ambientale ai Programma di Lavori seguenti:
“Permesso di prospezione denominato
d1 F.P -.SP, situato nel Mare Adriatico al largo delle coste di Abruzzo, Molise
e Puglia, presentato dalla Società Spectrum Geo Ltd” (decreto 0000103 del
03/06/2015)
“Permessi di prospezione denominati F.R 39.NP e F.R 40.NP, situati nel
Mare Adriatico al largo della costa tra Monopoli e Brindisi, presentati dalla
Società Northern Petroleum (UK) Ltd” (decreto 0000104 del 08/06/2015)
“Permesso di prospezione denominato d66 F.R -.NP, situato nel Mare
Adriatico al largo della costa tra Mola di Bari e Monopoli, presentato dalla
Società Northern Petroleum (UK) Ltd” (decreto 0000105 del 08/06/2015)
“Permesso di prospezione denominato d61 F.R -.NP, situato nel Mare
Adriatico al largo della costa tra Mola di Bari e Brindisi, presentato dalla
Società Northern Petroleum (UK) Ltd” (decreto 0000106 del 08/06/2015)
“Permesso di prospezione denominato d65 F.R -.NP, situato nel Mare
Adriatico al largo della costa tra Mola di Bari e Brindisi, presentato dalla
Società Northern Petroleum (UK) Ltd” (decreto 0000107 del 10/06/2015)
“Permesso di prospezione denominato d60 F.R -.NP, situato nel Mare
Adriatico al largo della costa tra Mola di Bari e Brindisi, presentato dalla
Società Northern Petroleum (UK) Ltd” (decreto 0000109 del 11/06/2015)
“Permesso di prospezione denominato d2 F.P -.PG, situato nel Mare
Adriatico al largo dell’intera costa pugliese, presentato dalla Società
Petroleum Geo – Service Asia Pacific” (decreto 0000120 del 12/06/2015)
“Permesso di prospezione denominato d149 D.R -.NP, situato nel Mare
Adriatico al largo della costa tra Mola di Bari e Brindisi, presentato dalla
Società Northern Petroleum (UK) Ltd” (decreto 0000121 del 12/06/2015)
“Permesso di prospezione denominato d79 F.R -.EN, situato nel Mar Ionio
Settentrionale, presentato dalla Società Enel Longanesi Developments s.r.l.” (decreto
0000122 del 12/06/2015)
- considerato
che diverse altre istanze di VIA legate alle prospezioni petrolifere, che
interessano il territorio e i mari antistanti la costa pugliese, sono in fase
di valutazione da parte del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dello
Sviluppo Economico;
- acquisiti i pareri di legittimità del
presente atto, i pareri di regolarità tecnica e contabile, di cui all’art. 49
del D. L. vo n. 267/2000, resi favorevoli;
con voti unanimi e palesi,
DELIBERA
- Di sollecitare il Presidente della Giunta
Regionale di Puglia e, di concerto le Province e le Città Metropolitane
competenti per territorio, ad impugnare innanzi al TAR, tutti i decreti di
compatibilità ambientale rilasciati dal MATTM per le attività di prospezione
petrolifera al largo delle coste pugliesi, nonché a promuovere ogni altra
azione utile volta a scongiurare la possibilità che i relativi procedimenti
amministrativi in corso si concludano con esito positivo;
-
Di sollecitare il Presidente della Giunta
Regionale di Puglia ad impugnare davanti alla Corte Costituzionale ogni altro
atto conseguente alla L.11 novembre 2014, n.164, ritenuto lesivi dei diritti
costituzionalmente garantiti agli Enti Locali;
-
Di sollecitare il Presidente della Giunta Regionale
a promuovere un intervento legislativo del Parlamento nazionale di modifica del
decreto “Sblocca Italia” e a favore di una politica energetica nazionale che non
contempli le trivellazioni petrolifere fra le proprie attività strategiche,
coinvolgendo le altre Regioni;
-
Di sollecitare il Presidente della Giunta
Regionale a promuovere, coinvolgendo le altre Regioni, una consultazione
transfrontaliera per promuovere l’uso non
conflittuale dei mari comuni a diversi Paesi;
-
Di sollecitare il Presidente della Giunta
Regionale a promuovere, a causa della assoluta urgenza determinata
dall’accelerazione di una serie di procedure di VIA che renderebbero tardivi i
rimedi legislativi e transfrontalieri citati, processi di consultazione della
volontà popolare, quali i referendum abrogativi, coinvolgendo altre Regioni;
-
La propria assoluta e totale contrarietà a politiche
energetiche basate sulle attività di prospezione, ricerca ed estrazione degli
idrocarburi liquidi e gassosi;
-
Di inviare copia della presente delibera del
Consiglio Comunale al sig. Presidente della Giunta Regionale di Puglia per gli
atti conseguenti;
-
Di dichiarare il presente atto immediatamente
eseguibile ai sensi dell’ex art. 134 – comma 4, del D.L. vo 267/2000.
foto di Graziana De Napoli
Siamo promotori del Copyleft, quindi puoi usare le immagini
citando, però, la fonte e l'autore.