domenica 18 gennaio 2015

LA REGIONE PUGLIA IMPUGNA LO SBLOCCA ITALIA PRESSO LA CORTE COSTITUZIONALE

Pubblichiamo la delibera di Giunta Regionale n. 3 del 08/01/2015 relativa all'impugnazione presso la Corte Costituzionale di alcuni degli artt. dello Sblocca Italia tra cui il 37 ed il 38 riguardanti, nello specifico, le autorizzazioni alla ricerca ed all'estrazione d'idrocarburi e gas da terra e mare. 

In attesa delle riflessioni del Coordinamento No Triv nazionale anche sui ricorsi presentati dalle altre Regioni, come Coordinamento No Triv - Terra di Bari invitiamo tutti gli interessati a leggere e ad approfondire questo atto pubblico, che rappresenta solo un primo passo, nonostante l'assenza al suo interno, di una presa di posizione verso gli artt. 35 e 36 dello stesso Sblocca Italia, come evidenziato oggi dal Comitato spontaneo contro l'inceneritore di Borgo Tressanti.



PROPOSTA DI DELIBERAZIONE
DELLA GIUNTA REGIONALE


Codice CIFRA: AVV/DEL /2015/


OGGETTO: Cont. 1334/14/TG. Corte Costituzionale. Impugnazione in via principale. Regione Puglia c/ Presidenza del Consiglio dei Ministri. Questione di legittimità costituzionale del D.L. n. 133 del 12/9/2014, convertito in legge, con modificazioni, con la L. n. 164/2014, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 262 dell’11/11/2014. Conferimento incarico agli Avvocati Alfonso Papa Malatesta, legare esterno, e Vittorio Triggiani, Coordinatore dell’Avvocatura della Regione Puglia.

Il Vice Presidente, esercitando le prerogative di cui all'art. 43, comma 2, dello statuto, stante l'assenza del Presidente della Giunta Regionale, sulla base dell’istruttoria espletata dall’Avvocato Coordinatore, riferisce quanto segue. Il decreto legge n. 133/2014, recante “Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive”, come convertito in legge, con modificazioni, dalla legge n. 164/2014, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 262 dell’11/11/2014, contiene talune disposizioni che si pongono in contrasto con le norme costituzionali sotto i seguenti profili;

- Art. 1, per violazione delle competenze legislative della Regione in materia di “grandi reti di trasporto e di navigazione” e in materia di “governo del territorio”, nonché per violazione dell’art. 117, 3° comma, e delle competenze amministrative che alla medesima spettano in base al principio di sussidiarietà ex art. 118, 1° comma, Cost., ponendosi altresì in contrasto con i principi sanciti dalla sent. n. 303 del 2003 della Corte Costituzionale, in particolare in relazione ai seguenti profili:

  • commi 2 e 4, nella parte in cui dispongono che all’approvazione dei progetti relativi alla tratta ferroviaria Napoli-Bari provveda il Commissario individuato ai sensi del comma 1 dello stesso articolo, senza prevedere che la Regione, specificamente interessata dalla singola opera, sia in tutti i casi parte necessaria del procedimento decisionale;
  • comma 10-bis, in quanto attribuisce al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il compito di redigere il Piano di ammodernamento dell’infrastruttura ferroviaria, documento nel quale sono individuate “le linee ferroviarie da ammodernare” sia per il settore delle merci sia per il trasporto dei passeggeri, senza la necessaria acquisizione dell’intesa con ciascuna Regione interessata;
  • comma 11, in quanto prevede l’approvazione dei “contratti di programma sottoscritti dall’ENAC con i gestori degli scali aeroportuali di interesse nazionale”, con decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, senza che la Regione specificamente interessata dal singolo intervento sia parte necessaria del procedimento decisionale;
- art. 17, comma 1, lett. b), per violazione degli artt. 3, 1° comma, 117, 3° comma, e 118, 1° e 2° comma, Cost., nella parte in cui pone una disciplina dettagliata e autoapplicativa che non consente alcuno spazio di manovra al legislatore regionale in ordine ai titoli abilitativi, nonché nella parte in cui comprime rigidamente e irragionevolmente le funzioni amministrative dei Comuni, determinando altresì una violazione pel principio di eguaglianza-ragionevolezza, dal momento che pone una normativa uniforme per tutto il territorio nazionale che impedisce di tenere conto delle peculiarità di ciascuna realtà territoriale regionale e locale.;

- art. 17-bis, per violazione dell’art. 117, 2°, 3° e 6° comma Cost., in quanto: a) attribuisce la qualifica di “livello essenziale delle prestazioni” ad un intervento normativo che non può in alcun modo essere ricompreso in tale categoria; b) autorizza l’intervento tramite fonte regolamentare in un ambito di competenza concorrente tra Stato e Regioni quale è quello del “governo del territorio”. 

-art. 37, comma 2, lettere a) e c-bis), per violazione degli artt. 3, 1°comma, 117, 3° comma, e 118, 1° comma, Cost., nella parte in cui prevede l’acquisizione dell’intesa con la Regione interessata solo per l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio delle “infrastrutture lineari energetiche” di cui al comma 2 dell’art. 52-quinquies del D.P.R. 327/2001, e non anche per i gasdotti di approvvigionamento di gas dall’esterno, per le «operazioni preparatorie necessarie alla redazione dei progetti» e per le relative «opere connesse»; 

-art. 38, con riferimento ai seguenti profili:
  • comma 1-bis, per violazione degli artt. 117, 3° comma, e 118, 1° comma, Cost., nella parte in cui attribuisce al solo Ministero dello Sviluppo Economico il compito di predisporre un piano “delle aree in cui sono consentite le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale” senza l’acquisizione dell’intesa con ciascuna Regione interessata, e non risultando sufficiente al riguardo l’acquisizione dell’intesa con la Conferenza unificata;
  • comma 4 dello stesso articolo, che prevede, nel caso in cui sia decorso inutilmente il termine per la conclusione del procedimento di valutazione dell’impatto ambientale, la trasmissione da parte della Regione della relativa documentazione al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare “per i seguiti istruttori di competenza, dandone notizia al Ministero dello Sviluppo Economico”. In tale procedura si ravvisa un meccanismo sostitutivo dello Stato nelle competenze regionali in violazione dell’art. 120, 2° comma, Cost., in quanto si attribuisce l’esercizio di un potere sostitutivo straordinario ad un organo diverso dal Governo nel suo complesso, e in quanto la procedura prevista non rispetta il principio di leale collaborazione;
  • comma 6, lett. b), nella parte in cui prevede per il rilascio del titolo concessorio unico per le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, la necessarietà dell’intesa con la Regione solo ove dette attività debbano svolgersi sulla terraferma e non anche nel mare continentale, in violazione dell’art. 3, 1° comma, 117, 3° comma e 118, 1° comma, Cost.;
  • comma 10, per violazione degli artt. 117, 3° comma, e 118, 1° comma, Cost., nella parte in cui stabilisce che al fine di “tutelare le risorse nazionali di idrocarburi in mare localizzate nel mare continentale”, il Ministero dello sviluppo economico possa autorizzare “per un periodo non superiore a cinque anni, progetti sperimentali di coltivazione di giacimenti”, previa acquisizione di un mero parere della Regione interessata, anziché di una intesa con la medesima, in quanto si tratta di funzioni amministrative avocate in sussidiarietà dallo Stato in materie di competenza legislativa concorrente.


Si reputa, pertanto, necessario promuovere impugnazione in via principale dinanzi alla Corte  Costituzionale avverso le citate disposizioni. -Si ritiene, altresì, di affidare l’incarico difensivo agli Avvocati Alfonso Papa Malatesta, legale esterno, e Vittorio Triggiani, Coordinatore dell’Avvocatura Regionale. (Valore della controversia: eccezionale rilievo, in considerazione dell'interesse sostanziale perseguito dall'Amministrazione, dalla complessità e molteplicità delle questioni poste, dell'inerenza dell'impugnativa a varie disposizioni totalmente autonome e distinte di un medesimo provvedimento legislativo, con conseguente maggiorazione del 50% dei parametri massini relativi alle cause di valore indeterminabile dinanzi alla Corte Costituzionale; Settore di Spesa: Reti e Infrastrutture).

COPERTURA FINANZIARIA 
ai sensi della L.R. 28/01 e s.m.e i._

La spesa complessiva derivante dal presente provvedimento, inerente alle sole competenze professionali del legale esterno, pari a € 22.838,40 comprensiva di IVA, CAP e spese, sarà finanziata, con le disponibilità del capitolo 1312 (U.P.B. 0.4.1.) del bilancio in corso. Le ulteriori spese vive ragionevolmente sostenute per lo svolgimento dell'attività (ad esempio: bolli, notifiche, registrazioni, ulteriore contributo unificato, spese postali, copie di atti, trasferte) saranno rimborsate, a seguito di formale richiesta e solo se adeguatamente documentate.
L’acconto del 30% da corrispondere al professionista, a valere sulla spesa complessiva sopra indicata, è pari ad € 7.300,00, IVA e CAP inclusi.
All’impegno della complessiva spesa ed alla liquidazione e pagamento dell’acconto si provvederà con determinazione dirigenziale da assumersi entro il corrente esercizio finanziario, con imputazione al cap.1312. Trattasi di spesa per la quale non sussiste l’obbligo della tracciabilità ai sensi della L. 136/2010 e s.m.i (cfr nota Avvocatura regionale prot. 11/L/6325 del 25.03.2011). L'Avvocato Coordinatore ha rinunciato al pagamento di qualsiasi compenso. Il Presidente relatore, sulla base delle risultanze istruttorie come innanzi illustrate, vista la D.G.R. 770/2002, propone l’adozione del conseguente atto finale, rientrante nella competenza della Giunta ai sensi della L.R. 7/97, art. 4, comma 4, lettera K e della delibera di G.R. n. 3261 del 28/7/98.

LA GIUNTA

Udita la relazione e la conseguente proposta dal Vice Presidente; 
Vista la sottoscrizione posta in calce al presente provvedimento dall’Avvocato Coordinatore; 
A voti unanimi espressi nei modi di legge

DELIBERA
  1. di impugnare in via principale dinanzi alla Corte Costituzionale il D.L. n. 133 del 12/9/2014, come convertito, con modificazioni, con l. n. 164/2014, nelle parti indicate in epigrafe e conferire il mandato difensivo agli Avvocati Alfonso Papa Malatesta, del foro di Roma, e Vittorio Triggiani Coordinatore dell’Avvocatura Regionale;
  2. di fare obbligo all’Avvocatura Regionale di adottare, entro il corrente esercizio finanziario, l’atto di impegno della spesa autorizzata dal presente provvedimento e la liquidazione dell’acconto, come indicato nella sezione “Copertura Finanziaria”;
  3. di disporre la pubblicazione del presente atto sul B.U.R.P.

IL SOTTOSCRITTO ATTESTA CHE IL PROCEDIMENTO ISTRUTTORIO AFFIDATOGLI, E’ STATO ESPLETATO NEL RISPETTO DELLA VIGENTE NORMATIVA E CHE IL PRESENTE SCHEMA DI PROVVEDIMENTO, DALLO STESSO PREDISPOSTO AI FINI DELL’ADOZIONE DELL’ATTO FINALE DA PARTE DELLA G.R., E’ CONFORME ALLE RISULTANZE ISTRUTTORIE.

L’Avvocato Coordinatore (Avv. Vittorio Triggiani) 

IL VICE PRESIDENTE (Prof.ssa Angela Barbanente)



Fonti:

martedì 6 gennaio 2015

La Croazia non lo sa: ordigni inesplosi nelle 10 aree concesse di fronte alle coste italiane


Qualche mese fa avevamo pubblicato il comunicato stampa di Comitato Bonifica Molfetta con una mappa degli Ordigni inesplosi nell'Adriatico Meridionale sulla quale erano state rappresentate anche le istanze di ricerca in mare d 80, d 81, d 82 e d 83 della Global Petroleum Limited.


Alla luce dell'annuncio del 2 gennaio 2015 del Ministero dell'Economia della Croazia in cui si comunica che il governo di Zagabria ha concesso 10 licenze per esplorazione e sfruttamento di idrocarburi in Adriatico, in seguito alla prima gara pubblica chiusasi il 2 novembre 2014, abbiamo deciso di riportare anche quelle prospicienti le coste pugliesi sulla stessa mappa.


È evidente che le concessioni nn. 25 e 26 della INA - Industrija Nafte dd ricadano in un'area segnalata da carte nautiche e da natanti come deposito di ordigni inesplosi; le prospezioni geofisiche che si vorrebbero condurre con tecniche Air-Gun (e simili), le future trivellazioni di pozzi provvisori e definitivi, probabilmente non sono mai state messe in correlazione con le migliaia di ordigni bellici affondati nelle sottozone di cui si chiede l’indagine e nelle altre zone confinanti.

Si presume, anche, che non siano stati valutati dalle società richiedenti i possibili effetti sinergici e cumulativi sugli ordigni bellici a caricamento chimico e convenzionale, sia delle onde sismiche prodotte dalle ispezioni con air-gun che dalle future perforazioni; e che non ci sia stata alcuna mappatura, prospezione e georeferenziazione degli ordigni inesplosi presenti in quella vastissima area sovrapposta o confinante, non solo con le zone d’indagine interessate alle odierne richieste, ma anche di altre.

Pertanto riteniamo urgente comunicare quanto rilevato alle autorità italiane e croate, affinché blocchino l’inizio delle esplorazioni e indagini fino a quando i rispettivi Ministeri della Difesa e organi militari non abbiamo verificato la pericolosità di una qualsiasi attività d’indagine per la presenza di ordigni bellici inesplosi in tutte le aree, e sottozone, interessate alla ricerca di idrocarburi. Lasciamo immaginare cosa accadrebbe se pur una sola bomba fosse casualmente incrociata da una trivella o dall’azione di un potente air-gun, e purtroppo non parliamo di una sola bomba ma di migliaia di bombe sparse a macchia di leopardo in tutto l’Adriatico.


"Le offerte sono state ricevute da un totale di 6 aziende in 15 aree di ricerca. La commissione di esperti guidata dal Ministro dell'Economia Ivan Vrdolja ha valutato positivamente le offerte per 10 aree di esplorazione, che sono state concesse alle aziende Marathon Oil, OMV, ENI, Medoilgas e INA.

Il consorzio composto da Marathon Oil e OMV ha ricevuto il permesso per l'esplorazione e lo sfruttamento di idrocarburi in sette aree di ricerca: n. 8 nel Nord Adriatico, nn. 10, 11 e 23 nell'Adriatico Centrale, nn. 27 e 28 nell'Adriatico Meridionale. Il consorzio composto da ENI e MedOilGas ha ricevuto il permesso per l'esplorazione e lo sfruttamento di idrocarburi nella zona di ricerca n. 9 dell'Adriatico centrale, mentre alla croata INA - Industrija Nafte dd è stata concessa una licenza per l'esplorazione e lo sfruttamento di idrocarburi in due aree di esplorazione, la n. 25 e la n. 26 nell'Adriatico Meridionale"

Fonte: http://www.mingo.hr/page/pet-kompanija-izabrano-za-istrazivanje-10-istraznih-prostora-na-jadranu

In questa mappa sono rappresentate tutte le aree di ricerca che la Croazia ha messo a gara nei mesi scorsi. 
A novembre sono state concesse le aree in rosso, ma nei prossimi mesi sono previste nuove gare.


lunedì 5 gennaio 2015

L'ENI ottiene dalla Croazia una concessione per trivellare di fronte alle coste pugliesi



Nonostante in tutto il resto del mondo il petrolio si stia rivelando un inutile investimento energetico a fronte degli enormi danni ambientali sofferti dai territori, l'ENI ha da poco ottenuto una concessione in Croazia per trivellare lungo la linea di confine delle acque italiane.
L'ENI si è aggiudicata un'area di oltre 12 mila chilometri quadrati di mare posta davanti alle coste pugliesi ed abruzzesi, mentre altre aziende, quali l'inglese MedOilGas, l'americana Marathon Oil, l'austriaca Omv, la croata Ina e l'ungherese Mol, altre concessioni per un totale di dieci aree.
Entro il 2 aprile saranno formalizzati gli accordi di esplorazione con i candidati vincitori ed avviate le ricerche di idrocarburi.

Molto critiche le reazioni di 
rappresentanti del settore turistico croati dato l'impatto negativo che le trivellazioni avranno sulle coste, e delle associazioni ambientaliste, come Zelena akcija (Azione Verde) che considera inaccettabile la decisione del governo croato, in quanto la gara per le concessioni è stata avviata senza le necessarie precauzioni e senza la consultazione della popolazione. Inoltre non vi è alcun documento per la gestione strategica e la tutela dell'ambiente marino e delle zone costiere stipulato con i paesi prospicienti che impedisca di svolgere attività potenzialmente dannose nel Mare Adriatico. Toni Vidan, responsabile del programma energetico di Azione Verde, denuncia l'assenza di un adeguato studio di impatto ambientale e che la decisione sia stata presa a porte chiuse, lontano dagli occhi del pubblico e fuori dall'ordinario dibattito in Parlamento. 

Il governo italiano tace, mentre si prepara ad allargare le maglie per le concessioni di autorizzazioni alla ricerca di idrocarburi con lo Sblocca Italia in nome di un "alleggerimento della bolletta energetica" per i cittadini. 

Ma a quale prezzo?

E' notizia di qualche giorno fa il ritrovamento di un'altra carcassa di delfno sulle spiagge di Bari e di alcune tartarughe a Barletta. Pesca a strascico o air-gun?

Fonti:


  foto di Nicoletta "Nikka" Mezzina 
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venerdì 2 gennaio 2015

IL GOVERNO PEGGIORA ANCORA LO SBLOCCA-TRIVELLE. ORA PIÙ CHE MAI LE REGIONI RICORRANO ALLA CORTE COSTITUZIONALE.


Continua, incessante e senza sosta, l’attività del Governo per aprire la strada alle trivellazioni petrolifere.
Aveva già destato allarme la conversione in legge dello Stato (L.11 novembre 2014, n.164) del decreto “Sblocca Italia”, in grado di scatenare la reazione dei territori contro la mancanza di coinvolgimento in ogni scelta di tipo energetico rappresentata dal disposto degli artt. 36, 37 e 38.
La Legge di Stabilità, approvata il 22 dicembre scorso, ha ulteriormente peggiorato la situazione, modificando ulteriormente l’art. 38 e rendendo chiare (se ancora ve ne fosse bisogno) le intenzioni del governo sul tema.
Così, diventano “strategiche” (e quindi seguono procedure autorizzative facilitate ed accelerate) “tutte le opere necessarie al trasporto, allo stoccaggio, al trasferimento di idrocarburi in raffineria, alle opere accessorie, ai terminali costieri e alle infrastrutture portuali strumentali allo sfruttamento di titoli concessori esistenti, comprese quelle localizzate al di fuori del perimetro delle concessioni di coltivazioni”.
E come se non bastasse, l’art.38 viene modificato proprio nella sua parte più discussa (la legittimità costituzionale del superamento dell’intesa vincolante con le Regioni), creando per di più una doppia regolamentazione:
per quanto riguarda le trivellazioni off-shore tutto rimane come stabilito nello “Sblocca Italia”
per le trivellazioni su terraferma, la definizione delle zone all’interno delle quali vengono individuate le aree “strategiche” avviene a opera dei Ministeri competenti, previa intesa non più con le Regioni direttamente interessate dai singoli interventi, ma con la loro Conferenza Unificata creando, in tal modo, una complicata situazione che, di fatto, continua a togliere poteri decisionali alle Regioni stesse.
Nella sostanza, il quadro resta molto grave e tale situazione, oltre a rappresentare un deliberato attacco alle autonomie regionali, continua a presentare evidenti problemi di legittimità costituzionale.
Legittimità costituzionale che va salvaguardata, e non barattata in cambio di piccoli miglioramenti che salvaguardino alcune situazioni specifiche. 
Sempre più è importante la presentazione, senza ulteriori indugi, del ricorso alla Corte Costituzionale avverso agli artt. 36, 37 e 38 citati, che la Puglia (e altre regioni) hanno chiesto alle rispettive Giunte in questi mesi. Il termine ultimo per la presentazione del ricorso è il 10 gennaio 2015.
Sempre più è importante proseguire la battaglia civile e culturale contro le trivellazioni petrolifere avviata in Puglia cinque anni fa e proseguita, grazie al faticoso lavoro di comitati movimenti e associazioni, senza mai abbassare la guardia (non ultima la Carta di Termoli del 4 Dicembre 2014).
Sempre più l'impegno a favore di modelli di sviluppo moderni e sostenibili passa oggi per la ferma reazione, unanime e congiunta, contro lo “Sblocca Italia” e il suo insano attacco alle autonomie locali.

Comitato No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili 
Coordinamento No Triv - Terra di Bari
No Triv Taranto
Rete No Triv Gargano
 Comitato per la Tutela del Mare del Gargano 
Comitato Tutela Porto Miggiano 

ARCI- Biblioteca di Sarajevo di Maglie
ARTIsTà
Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi
Assoartisti Taranto  
Brindisi Bene Comune
Comitato Bonifica Molfetta
Comitato No al Carbone Brindisi
Contramianto e altri rischi onlus
Forum di Agenda 21 del Comune di Molfetta
Garganistan
Italia Nostra - Sezione Sud Salento
LILT  Lecce
Movimento "in Comune" di Fasano
Salviamo il Paesaggio - Terra di Bari
Comitato  Med No Triv
1000 x Taranto



foto di Felisiano Bruni - RumoreCollettivo
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